Nel mio mondo ideale questa situazione di clausura e di immobilità avrebbe fatto riflettere le persone che, obbligate a stare in casa per un tempo interminabile, avrebbero scoperto l’importanza e la gioia di fare qualcosa, di muoversi un po’ di più perché stando sempre in casa avrebbero scoperto la soddisfazione di andare fino a lì a piedi oggi e domani un po’ più un la….
Qualcosa per se stessi, certo, e qualcosa per l’ambiente perché è molto facile dire “il mondo è cambiato” o “la terra si sta ribellando”.
Ma cosa siamo disposti a fare NOI per migliorare le cose? Siamo sicuri che dal giorno in cui potremo tornare ad una vita via via più normale non sarà la paura a vincere su di noi? Siamo pronti a lasciare ferma la nostra auto e ad usare un po’ di più la bicicletta per andare al lavoro o per fare quelle piccole spese che torneremo a fare nel negozio sotto casa (perché per giorni abbiamo detto che torneremo a comprare sotto casa anche se Amazon poi ha avuto incrementi di vendite folli)?
O sarà la falsa sicurezza che ci da il nostro abitacolo a prevalere intasando di nuovo le vie delle nostre città? Dopotutto siamo passati, nel giro di due settimane, dal cantare dai balconi ad insultare i passanti dalle finestre… Il passo per tornare ad insultarci tra noi da dietro i finestrini è breve.
Non so. Io non sono per niente fiducioso. Vedo un futuro di persone tristi, spaventate e incazzate, ancora più ingrigite e incattivite verso il prossimo e si tornerà ad odiare, tra gli altri, chi penserà “di salvare il mondo” rinunciando ad un po’ di comfort muovendosi il più possibile in bici…
Questo è solo io mio pensiero. Vi prego, aiutatemi a smentirlo!
Ciao Marco!
mi chiamo Filippo, ci conosciamo anche se magari non hai presente chi sono, ma forse dicendo che sono il ragazzo che lavora all’accettazione del Pronto Soccorso ti viene in mente!
Ti scrivo perché purtroppo temo di non poter smentire il tuo pensiero riguardo al ritorno ad una vita che sembra comunque sempre incattivita.
All’inizio di gennaio di quest’anno sono stato trasferito al Centralino dell’Ospedale per una sostituzione d’emergenza e mi ritrovo ancora qui: l’emergenza Coronavirus ha fatto sì che non ci siano stati più spostamenti di personale. Il Centralino dell’USL si trova a Brissogne, presso la Torre delle Comunicazioni (oltre l’ipermercato Carrefour). Poiché da tanto tempo ho deciso di impostare la mia vita per quanto riguarda ogni tipo di spostamento in sella alla bicicletta, ho ovviamente mantenuto il mio stile di vita e onorato la mia decisione e per raggiungere il posto di lavoro uso la mia due ruote. Pioggia, neve (non molta quest’anno a dir la verità…), vento, temperature basse, senza contare che lavorando su turni mi trovo a dover pedalare anche di sera tardi, oltre le 22:00 o la mattina presto, partendo di casa alle 05:00.
Personalmente sono sempre più convinto e sempre più contento della mia decisione! Ogni giorno copro una distanza che non è chissà che (circa 13 km.), ma è il concetto che conta.
Avrei altri pensieri da esternare riguardo a questi cinque mesi trascorsi in sella alla bici per andare a lavorare, ma temo poi di essere troppo lungo e non vorrei annoiarti…
Per il momento posso intanto testimoniare che durante tutto il periodo in cui non circolavano le auto mi sono accorto immediatamente del cambiamento in meglio della qualità dell’aria che respiravo pedalando e questo, sebbene non di secondaria importanza, è solo uno dei molti aspetti positivi che ho potuto riscontrare. Dopodiché ho tristemente notato il cambiamento in peggio a causa del ritorno ad una vita che in molti definiscono “normale”. Purtroppo quindi non posso smentire il tuo pensiero caro Marco. La “normalità” per la maggior parte delle persone è sinonimo di pigrizia, falsa comodità, egoismo. Peccato: in molti non sanno cosa si perdono nel farsi una bella pedalata uscendo da un turno di lavoro.
A presto Marco, un giorno ci beviamo una birra insieme!
Filippo
Ciao Filippo! Certo, l’ultima volta ci siamo visti in PS quando avevo un dito squarciato! 😁
Davvero, la mia previsione si é perfino dimostrata ottimistica….
Alla prossima allora, con una birrozza in mano!