Verso le 22.30 i vicini di casa di Elvis hanno deciso che, finalmente, era ora di andare a dormire, così hanno spento l’impianto stereo che per tutta la serata ha pompato musica ad alto volume in modo che tutti gli abitanti del paese potessero ascoltarla, noi compresi!
Dopo due secondi il silenzio più totale si è impadronito del mondo e finalmente abbiamo dormito bene.
Il nostro nuovo vicino di casa, il bellissimo gallo del cortile, ha deciso che era ora di cantare già alle tre e mezza del mattino, con un sonoro “CHICCHIRICHI’!!!!!”. Dopo un istante, in lontanza un altro gallo, re del suo cortile, replica con un altro sonoro “chicchirichì” e poi a rotazione tutti i galli del vicinato, sempre più distanti e dal canto impercettibile in lontananza quando, finalmente, è di nuovo il turno del nostro amico che ricomincia il giro… Così per tutta la notte. E’ stato divertentissimo sentire la sequenza dei canti, tanto che la abbiamo registrata col telefono e ancora oggi, a distanza di due anni, ci capita di riascoltarla e di ridere di quella notte in tenda nel cortile di Elvis!
Vero le cinque inizia a gocciolare, una pioggia leggera che ci accompagna nel sonno, donando quella sensazione di pace e relax che solo le gocce che cadono delicate sul tessuto della tenda sanno donare. Al risveglio, con il buio, non piove più ma tutto è umido e nell’aria si percepisce quel meraviglioso odore della terra umida.
Stiamo per partire ma dobbiamo “andare in bagno” e ci scoccia lasciare dei ricordini nel cortile del nostro ospite, così optiamo per farla direttamente in un sacchetto, per non lasciare tracce. In realtà è da quando siamo partiti che buttiamo la carta igienica che usiamo per pulirci dentro un sacchettino che portiamo con noi fino al primo bidone, per non lasciare tracce, ma questa volta portiamo via “tutto il bottino” per rispetto del ragazzo che ci ha aiutati.
Quando stiamo per partire Elvis esce di casa, con una vanga su una spalla, ci saluta con un enorme sorriso e un grande cenno della mano con cui non sorregge il manico della pala e si allontana a piedi verso la piantagione dove passerà la sua giornata di lavoro.
Il terreno è asciutto, si vede solo una leggera crosticina di terra umida in superficie ma, alzando lo sguardo al cielo, le nuvole sopra di noi non promettono niente di buono, così decidiamo che per raggiungere Ciudad Constitucion percorreremo la strada asfaltata. Ottima decisione dato che dopo mezz’ora dalla partenza inizia a piovere forte, con dei bei goccioloni che che ci inzupppano per bene.

Un lungo rettilineo di 46km ci separa dalla nostra meta che raggiungiamo in mattinata quando intorno è tutto bagnato dalla pioggia. Ci sono pozzanghere ovunque sull’unica strada asfaltata e in giro c’è poca gente.
Prendiamo una stanza in un hotel, parcheggiamo le bici e facciamo i turisti per oggi pomeriggio. Da qui a La Paz ci dovrebbero essere ancora due o tre giorni di viaggio, al massimo quattro e visto che il percorso potrebbe essere fangoso optiamo per stare qui e passare il pomeriggio a spasso per la città.
Ciudad Constitution è una città moderna, dove trovi tutto, dalla banca alla farmacia, ristoranti per tutte le tasche, negozi di abbigliamento anche alla moda,wi-fi, carrozzieri e benzinai, tutto quello che occorre insomma, una vera città come quelle che conosciamo noi!
Parcheggiamo le bici in stanza e iniziamo una diretta su facebook per salutare i tanti amici che ci stanno seguendo sui social poi ci cambiamo e andiamo a pranzo.
A pochi passi dall’hotel c’è un locale che sforna polli grigliati uno dietro l’altro, e non possiamo esimerci dall’assaggiarli. Deliziosi, poi ci viene in mente che potrebbero essere i galli dell’altra sera… e ci viene un po’ di nostalgia del nostro viaggio che non è ancora finito ma che ci ha fatto conoscere tante cose nuove e tante persone stupende.
Passiamo il pomeriggio a passeggiare serenamente per la città, e verso sera conosciamo un altro rider che sta percorrendo il nostro stesso percorso. Dice che il tratto fino alla città non era fangoso, il che ci rincuora per domani quando ci addentreremo nuovamente nella Sierra.
Verso sera ci concediamo una bella cena in uno stupendo locale all’americana in stile west e ceniamo cercando di cantare con il karaoke messicano che fa da sottofondo, con risate a non finire mentre cerchiamo di cantare canzoni sconosciute in una lingua che non parliamo!
Andiamo di nuovo a letto presto, domani si ripartirà col botto, sarà sicuramente una tappa lunga!