Fare sport in ambiente ostile: la traversata dell’Alaska in bicicletta.
Con un titolo così, e con i due personaggi a presentare la serata (Ausilia e Seba) come si faceva a non essere presenti? Per di più la data era concomitante con la fiera di Padova dove sarei comunque andato per lavoro con Ivo…
Come altre volte quindi è solo questione di organizzare il tempo a disposizione, spostare il giorno di riposo, comprare un pò di nocciole e mandorle e di partire. In bicicletta ovviamente, che ve lo dico a fare!
Questa volte ho deciso tutto all’ultimissimo minuto, preparando una traccia gps da inserire nel mio Garmin solo il venerdì in pausa pranzo, cercando di evitare le strade di maggior traffico e optando per le provinciali.
Partenza alle 7 in punto da Aosta, inizio a pedalare sullo stesso tracciato che in Marzo mi ha portato a Finale Ligure (qui il racconto) . Nulla di nuovo, ma uscire dalla mia Vallée per andare lontano, e farlo pedalando è sempre emozionante, anche se questa volta la meta non è nulla di particolare… Lomello, in provincia di Pavia, immerso nelle risaie e nei campi ha, sulla carta, poco di interessante da offrire ad un montanaro come me, almeno sulla carta!
Passo per le strade secondarie che, in poco tempo mi portano fuori dalla Vallée. Il mattino è freddo, ci sono solo 5° quando inizio a pedalare, ma i miei guanti merino mi tengono al calduccio, così come le ginocchiere e i manicotti… Questa lana è sorprendente!
Una volta in Piemonte, appena dopo Quincinetto, decido di lasciare la via secondaria e di percorrere un tratto di SS26, cos’, passando per Borgofranco d’Ivrea, posso provare a vedere se mio fratello Mauro è già in studio (fa il fotografo)… non lo vedo da ormai quasi due anni… Azz, è passato così tanto tempo? beh, è solo la conferma della mia attitudine allo stare da solo! Passo e lo studio è aperto! Un breve saluto, tutto è come se ci si fosse visti solo il giorno prima… due parole, un abbraccio e sono di nuovo in sella, ritrovando la strada secondaria che passa dai Balmetti e porta a Lessolo e Fiorano. Sono contento del mio piccolo gesto, alla fine costa così poco ma mi mette di buon umore, quel che ci vuole in una giornata così.
Il cielo terso e il sole mi accompagnano e i km si susseguono velocemente: la mia colossal divora in km scorrendo sicura, confortevole e veloce… una piacere pedalarla e, pensandoci bene, anche se l’ho usata pochissimo, mi da la sensazione di averci fatto un sacco di strada. Mi soffermo a pensare e mi rendo conto che sì, l’avrò usata 5-6 volte soltanto (preso dalle uscite in mtb) ma alla fine avrò fatto con lei circa 7/800 km! Probabilmente la bici con il più grande rapporto uscite/km di tutte quelle che possiedo!
Un leggero vente mi culla mentre inizio a salire sulla Serra della Valchiusella, in direzione Vialfrè e lago di Candia, ma mi accorgo che il vento è leggermente laterale e pensando a dove sta Pavia, immaginando dove sta la meta nella mia mente, mi rendo conto che, forse, mi troverò il vento in faccia per molti km…
Poco male, andrò più piano!
Dopo il piccolo e grazioso lago di Candia abbandono la traccia originaria per iniziare a percorre quella nuova che mi porterà a destinazione 8spero). Mi aspetto un sacco di rettilinei noiosi e pianeggianti, invece, a parte il tratto che nel vercellese mi porterà sul fiume Po, trovo brevi e ripide salite che si susseguono per oltrepassare le colline… Sono nel Monferrato, e la strada si continua a dimostrare divertente e molto panoramica. Mi guardo intorno, vedo il Po in lontananza, alla mia sinistra, che scorre lento e pacifico, mentre alla mia destra boschetti si alternano a campi coltivati, come le “rotoballe” che attendono che il contadino passi a caricarle. Mi piace immaginare la vita di campagna, i campi e i vigneti con i loro contadini al lavoro, penso che tutta l’Italia sia ricca di questi meravigliosi scorci e che solo la bicicletta ce li può svelare. Quando viaggiamo in auto siamo isolati dal mondo esterno, non odiamo il rumore assordante dei grilli, l’odore dell’erba appena tagliata o della terra umida. Non vediamo i paesaggi collinari perchè immersi in un nastro di asfalto a quattro corsie che ci fa percorrere la via più breve per giungere dal punto A al punto B nel modo più veloce possibile. Peccato. Rallentare e godersi questi momenti è una gioia per il cuore!
Inizio a controllare i tempi di percorrenza… ho calcolato più o meno il tempo che avrei impiegato per giungere a Lomello, a casa di Ausilia, calcolando una media dei 27 orari, ma sono quasi a Casale Monferrato e mi sembra di essere terribilmente in ritardo! Ausi deve partire da casa per Pavia verso le 16 e io non dove sono e, soprattutto, quanto manca. Così chiamo Cora che, spannometricamente, guardando la cartina, mi dice che sono praticamente arrivato. Ne approfitto per una sosta ad un bar, dove mi scolo una lemon soda e riprendo a pedalare con un ghiacciolo al limone in mano. Ora le colline sono sparite, e la strada si fa pianeggiante e rettilinea. La mia traccia evita, come previsto, le strade statali e si immerge nei campi di grano e di riso.
Ottimo, proprio quello che volevo fare! Trovo un tratto di sterrato, ma non mi spavento, lo percorro senza indugi (facendo attenzione ai sassi più grossi ovviamente) e dopo qualche km ritrovo il nastro di asfalto; sento anche Ausilia che mi dice di essere praticamente arrivato. Passato il ponte di Fidenza inizio a vedere le indicazioni per Lomello… sono arrivato ormai, mi fanno un po’ male le gambe dopo la sgroppata ai 30 di media, e il tendine della caviglia sinistra mi ricorda che, forse, non ancora riposato come avrei dovuto… Ma per quello, credo, ci sarà tempo in autunno!
Sono quasi a destinazione, dopo 200km pedalati, quando incroci la Dacia di Ausilia che mi “fa i fari”… mancano pochi km, ma mi carica sulla sua auto e, per bivi e stradine, mi porta a casa sua, dove dopo una bella doccia fredda ristoratrice, mi fiondo a tavola su un piatto di pasta e due bicchieri di vino che suo fratello, molto gentilmente, mi fa trovare pronti!
Dopo pranzo partiamo per Pavia, Incontriamo Seba, li aiuto a portare il materiale nella sala conferenze e assisto alla meravigliosa esposizione della loro avventura. Inutile dire che la smania di iniziare a pedalare sulla neve si fa sempre più grande e che la serata non fa che alimentare la mia impazinza e la mia voglia di partire per la Lapponia!
Dopo la serata e la cena ci concediamo una birra in un pub e, finalmente, possiamo abbandonarci alle chiacchiere pure, di quelle che in genere, quando ci troviamo alle gare, non abbiamo mai il tempo di fare!
La mountain bike, le gare, i social network… tutto questo mi ha fatto conoscere delle persone meravigliose e devo dire che sto diventando sempre più ricco condividendo con loro queste mie avventure ed escursioni con loro, apprendendo sempre, da chi è più grande di me, mille cose che poi mi piace sperimentare su di me! Pedalando, poi, scopro dei posti meravigliosi che mai avrei pensato di trovare e questo è forse il lato che più mi affascina del mio amare questo sport… mi fa quasi venire voglia di non partire per una dispendiosa gara ma di avventurarmi in giro per l’Italia pedalando per strade dimenticate e paesini remoti, andando a conoscere tute le persone che, virtualmente, mi seguono nelle mie peripezie a pedali. Sarebbe bello, magari un progetto futuro da mettere in piedi!
Ciao Marco.
Oltre a pedalare in modo esagerato scrivi in un modo splendido.
Sai trasmettere a chi Ti legge le sensazioni che vivi pedalando e non.
Ancora complimenti
………..o spero che poi tu scriva un libro perchè i tuoi racconti sono talmente coinvolgenti che creano nell’animo di un biker o pseudo biker (come me) emozioni e carica positiva……bravo Marco belle cose e splendide parole…