La sveglia suona alle 5.30. Mi sveglio a fatica, dormire in un letto è così comodo e rilassante! Potrei passare qui ancora ore e ore (e forse sarebbe pure stato meglio) ma mi forzo a scendere dal letto e a prepararmi. Come mi metto in piedi capisco che le caviglie sono nelle stesse condizioni della sera precedente: le fascio un pò, mi vesto, impacchetto tutto ed esco. Fuori c’è Alex (il ragazzo del Sud Africa) che sta partendo. ci salutiamo, lui parte, io carico la bici e mi avvio circa 10 minuti dopo di lui.
le prime pedalate sono un pò traumatiche, più per i dolori alle chiappe che per le caviglie. Ogni minimo spostamento in sella, ogni volta che mi risiedo dopo un momento passato a pedalare in piedi è una tortura: sembra di sedersi su un letto di chiodi! Questa mattina ho cambiato i pantaloncini, ho abbandonato in motel i miei Ibex in merino che ormai non li sopportavo più (si erano pure un pò slargati e il fondello se ne andava in giro per conto suo) e ho messo su quelli che mi ha fatto Biciclista. Sembra meglio, cambiare il fondello pare serva a qualcosa, ma ormai sono seduto sulle piaghe, più che mettere crema non posso fare. Inizio a bramare per una sella nuova. A Helena c’è un ciclista, chissà se troverò una sella nuova!
Comunico coon chi mi sta seguendo in Italia, e mi dicono che proprio a Helena c’è un rivenditore Brooks… Evvai, sarà il mio obiettivo di giornata! arrivare la per cambiare finalmente sella e sperare di risolvere almeno questo fastidio!
La tappa odierna è la più violente dal via… mi aspettano almeno 6 colli e un sacco di dislivello, ma, come al solito, occorre partire con calma e pazienza. La strada passerà sotto le mie ruote in un modo o nell’altro!
Dopo la prima salita “di riscaldamento” inizia un tratto velocissimo nel bosco: rapportone bello pieno, si sente tutta l’aria fresca del mattino! Supero Alex, senza forzare troppo in piano mi sento veramente veloce (eppure in piano non sono mai stato un campione!) e pedalo, pedalo pedalo… A colazione ho mangiato “solo” una brioche (american size!) ai lamponi e una bottiglietta di succo… Non vedo l’ora di trovare un bar per fare una colazione che sazi VERAMENTE! Tutto piatto fino a Ovando, dove trovo il bar-ristorante e James che si sta abbuffando nel dehors. Mi siedo con lui, mi faccio portare una frittata gigante ripiena di verdure (le solite patate) un caffè e poi una pepsi. Tolgo le scarpe, mi massaggio i piedi… Formicolano tantissimo e le caviglie pungono! James mi da un brufen, io non ho antidolorifici con me (sono contrario a prenderli in genere) lo butto giù e mentre arriva Alex ne approfitto per una telefonata a casa e una sosta in bagno.

Quando riparto sono solo. Attraverso le praterie verdissime e mi avvicino al primo colle: di nuovo supero Alex (alla fine il passo giusto mi sa che ce l’ha lui, più regolare del mio!) e inizio la prima salita, verso l’Huckelberry Pass. Una salita piuttosto lunga ma comunque ben pedalabile, con un panorama mozzafiato! La lunga e veloce discesa mi porta in un pianoro dove stanno rifacendo la strada: il fondo è più morbido e meno scorrevole, ma si pedala comunque bene. Arrivo a Lincoln in tarda mattinata e faccio provviste per la giornata: frutta, acqua, pane.. il solito insomma! Riparto dopo uno spuntino veloce ma abbondante e mi avvicino alla parte più dura che io abbia affrontato negli U.S.A. : devo attraversare due volte la continental divide! la prima volta a 2100 metri, la seconda a 1900. I km da Lincoln a Helena sono “solo” 120 ma mai avrei creduto di impiegarci così tanto tempo…

La salita nel bosco si impenna fin da subito, passando in una strada abbandonata dove stanno lavorando e disboscando un pò… a tratti devo scendere a spingere poichè il fondo non è pedalabile, per niente! Passato questo pezzo la strada si impenna! 22-36, testa bassa, non c’è tregua. I km passano lentamente sotto le mie ruote, lotto con il peso della mia Fargo che cerca di riportarmi a valle: il sole scalda tantissimo, sto veramente facendo fatica! A tratti sono costretto a scendere perchè vado forse più veloce così che stando in sella, l’avantreno si alleggerisce ad ogni colpo di pedale… Veramente una salita durissima!

Sto pedalando a testa bassa, cercando di dosare lo sforzo il più possibile quando alzo la testa, guardo davanti a me e vedo un puma enorme! Wow! che bestia! frugo nella tasca della borsa a telaio per prendere la fotocamera ma quando rialzo gli occhi lui è sparito, silenzioso e furtivo, dentro il bosco. Passo la zona guardingo, se volesse attaccarmi sarei una facile preda! Con la silenziosità con cui se ne è andato potrebbe arrivarmi alle spalle senza che io me ne accorga nemmeno. Pensandoci mi corre un brivido lungo la schiena, ma non sono in grado di affrettare il passo! Vado avanti tranquillo e passo un paio di 10 minuti guardandomi intorno per notare movimenti sospetti… E in effetti vedo qualcosa che si muove nel bosco sottostante: è un grizzly! Oh, ma tutti oggi li trovo gli animali???? Si sta allontanando, devo averlo disturbato col mio campanellino anti-orso… Bene, vuol dire che funziona, ma di sicuro non mi fermo qui a fare un pic nic!!!!
Finalmente scollino dopo una faticosissima e interminabile salita! Dal profilo altimetrico non pare si debba scendere molto per tornare al secondo incrocio con la Continental Divide, invece la discesa è piuttosto lunga e veloce: si perde quota molto in fretta! Incnotro due signori sulla 60ina, stanno salendo, pedalando in compagnia seguendo più o meno il mio percorso e mi dicono che in Helena è un pò un casino seguire le indicazioni delle mappe cartacee… Faccio vedere loro il mio gps e rimangono stupefatti! “wow, ma funziona? devo comprarne uno pure io” esclama uno di loro! mi dicono che hanno appena visto (circa un miglio davanti a me, un altro ragazzo con la bici carica come la mia. Sarà James, penso.
Riprendo a scendere e poi ancora a salire. ancora una volta la salita è ripida e faticosa, immersa nel bosco. Non un tornante che sia uno, una sola linea dritta e ripida che solca la montagna. non da tregua!
quando finalmente scollino il paesaggio si apre su praterie immense e pascoli verdissimi. Uno spettacolo!Inizio la discesa e noto in cielo delle nubi nerissime… Se sono fortunato sfuggirò al temporale! Avverto solo qualche goccia sul viso (che nemmeno mi infastidisce, anzi!) e in men che non si dia sono di nuovo ai piedi di una ennesima lunga salita! Passo davanti a delle vecchie cave abbandonate, entro di nuovo nel bosco e inizio la mia salita. Questa volta un pò più dolce e pedalabile, ma comunque sempre piuttosto faticosa! Il prossimo passo, prima di Helena, è il Priest Pass, a 1800m. Arrivato più o meno a quella quota mi trovo ad attraversare lunghissimi tratti in falsopiano immerso nei verdi pascoli. Beh, il panorama qui è veramente incantevole e i ranch che incontro sono favolosi! Sarebbe un ottimo posto in cui vivere questo! Mi piace un sacco!

Mi soffermo davanti ad un ranch pieno di cavalli, un panorama stupendo, e ne approfitto per fare qualche foto. A Cora piacerebbe essere qui ora!
Trovato l’asfalto la strada è tutta in discesa fino ad Helena, ma un forte vento in faccia non mi permette da andare ad una velocità decente! Impiego un sacco di tempo per raggiungere la città, sono le 18.30 (e so che il negozio chiude alle 18.00) ma non mi preoccupo, il ragazzo del negozio via mail ha detto che mi segue con lo spot e che mi aspetta… Finalmente trovo il negozio alle 18.45 e ovviamente è chiuso… Ora, non dico che doveva tenere aperto per me, ma sei avvisato, hai lo spot, mi dici che mi aspetti… Io sarei rimasto in zona pronto a dare una mano al biker che ne avesse avuto bisogno ma, evidentemente, non tutti la pensano come me!
Faccio dietro front un pò sconfortato, le mie chiappe sono allo stremo, e trono sui miei passi in cerca di una farmacia e di un negozio. Trovo tutto, anche un farmacista che pare non capire nulla di ciò che mi serve. Mi dice che in america se hai male pigli le pastiglie e mi rifila una botticina di capsule verdi di antidolorifici-antinfiammatori… mi prendo due cavigliere per sostenere il tutto e un pò di scorta per il giorno dopo (cibo e acqua) e vado al fast food (tra farmacista al telefono e la ricerca del negozio ho sprecato quasi due ore di tempo… potevo spenderle per un sonnellino che forse mi serviva di più!)
Mentre mangio il mio sgrauso-burger arriva Alex, anche lui con qualche dolorino, e conviene con me che la tappa odierna era a dir poco massacrante! Mi consola il fatto di non essere il solo ad aver trovato mistico! Obiettivo suo (e mio) arrivare a Basin in serata, ma il cielo non promette nulla di buono!

Mi avvio in salita e appena entro nel bosco inizia a piovere copiosamente. Mi sigillo nel goretex e proseguo sotto un incessante pioggia. Col buio una sequenza impressionante di fulmini illumina a giorno il bosco: mi sto cacando sotto, sono le 22 e qui non la vedo bene! Supero James che da buon inglese, che nel maltempo ci sguazza, ha piazzato la tendina in un prato… io non mi fido, troppi fulmini per piazzarmi lì, volgio salire al lago (Park Lake) dove pare ci sia un rifugio, un bivacco.. non so, ma di sicuro un riparo c’è! Un cartello dice ancora 6 miglia (di salita ovviamente) e quando giungo a oltre 2000m trovo la stradina che porta al laghetto. Manca poco al colle, ma non me la sento di affrontare colle e relativa discesa con questo tempo e al buoi. Trovo una toilette pubblica: mi sembra una reggia. mi preparo per la notte e mi ci rifugio dentro. Qualche istante dopo sono addormentato nel sacco a pelo… Sto dormendo in un cesso e mi sento un re nel suo castello!

La tappa più intensa dicevo: 234km “soltanto”, 6 passi e 4100m di dislivello positivo… non c’è tregua!!!!