
Ultra-endurance. Ormai questo termine, per chi segue questo sito, è più che conosciuto. Coprire distanze (a volte estreme) nel minor tempo possibile, senza aiuti esterni, in completa autonomia, contando solo sulle proprie energie psico-fisiche e sul proprio equipaggiamento.
Ora, mi direte, cosa ci azzecca il termine “ultra” con una distanza di soli 150km? Allora aggiungiamo, ai tre numeri 1-5-0, il termine “arctic race” e le cose iniziano, forse, a definirsi!
Rovaniemi, nella Lapponia Finlandese, è una piccola città che sta proprio sul Circolo Polare Artico, dimora anche del noto in tutto il mondo Santa Clause (il nostro Babbo Natale!). Rimanendo a questa latitudine gli inverni lapponi sono lunghi, bui e freddi, con temperature che spesso scendono al di sotto dei -30°.
Come si puó allora anche solo concepire una gara di mtb in un ambiente così ostile? Io non ne ho idea, la mente umana è alle volte così stupida nel cercare nuove sfide che, non so perchè, mi ci sono trovato iscritto e voglioso di parteciparvi!
Dopo un inverno di preparazione fisica, scelta dei materiali, organizzazione logistica, ricerca di supporto e tutto il resto, arrivo a Rovaniemi il giovedì sera, trovando la prima sorpresa… Fa caldo! Il termometro segna un impietoso -1°, il cielo è coperto e una delicata neve cade imbiancando strade, alberi e case. Recupero i bagagli e raggiungo l’hotel dove conosco il mio compagno di stanza, Roberto, che parteciperà alla gara con gli sci (bici, sci o a piedi le opzioni).
Monto subito la bici e usciamo a cena. Una bella birra, facciamo un po’ di chiacchiere, e la giornata finisce in fretta.

L’indomani, con gli altri concorrenti, andiamo a visitare il villaggio di Babbo Natale, che troveró un po’ troppo finto, deludente, una sorta di piccola Gardaland per turisti piena di negozi di souvenirs… Lascio li un po’ dei miei pochi euro e torniamo in città per il briefing pre-gara e il check dei materiali tecnici obbligatori. Durante il briefing descrivono il percorso, ci spiegano le regole per attraversare fiumi e laghi ghiacciati in sicurezza e ci illustrano la posizione dei diversi check point (cp). Il solo sentirne la spiegazione mi eccita, e non vedo l’ora di partire per questa avventura!

Sono le 9 in punto del mattino di sabato quando viene dato il via sotto il ponte sospeso di Rovaniemi: siamo sul fiume ghiacciato e la gara parte a ritmo forsennato! Mi piazzo nel gruppo di testa, intorno alla sesta posizione e da lontano vedo i primi due concorrenti allontanarsi…

Mi chiedo per quanto potremo tenere un ritmo così, non sono convinto sia il passo giusto per questa gara! Arrivo al primo cp, POROHOVI, con una media di oltre 17 orari (che per una fat-bike è già notevole su sterrato, figuriamoci sul ghiaccio irregolare e con tutti i bagagli caricati!) ed entriamo in un villaggio. Come il percorso si fa innevato e difficile da pedalare ecco che riaggancio i primi, pedalando in molti dei tratti in cui loro spingono le loro bici.

Per tutto il primo terzo di gara sarà un continuo scambio di posizioni, ma anche di risate e qualche capitombolo (soprattutto il concorrente francese che pare avere un equilibrio alquanto precario!). Al terzo cp, VITTAVAARA, trovo tutti i primi vicino al fuoco a fare rifornimento. Ne approfitto per riempire il camel back e bere del the caldo. Daniele (l’altro italiano in gara) riparte per primo nel bosco fitto e stretto, battendo la traccia per chi segue… Che sia una tattica dei più esperti? Questa parte del percorso, stretta e tortuosa, la affrontiamo a piedi e dopo, credo, 20 minuti siamo di nuovo su pista per motoslitte e laghi ghiacciati. Mi riporto in testa e tiro il gruppo per un bel tratto quando, finalmente, entriamo nella parte più remota del percorso. Una fitta foresta con altissimi alberi coperti di neve su ogni lato, incantevole, incantata… Boschi a perdita d’occhio, tutto bianco, una favola! Peccato per cielo coperto, col sereno sarebbe stato incredibile a vedersi!

Il lungo tratto remoto sembra non finire mai quando, all’improvviso, si sente un forte odore di legno bruciato: un cp è vicino!!! Non ci fermiamo, se non per mangiare qualcosa alla veloce. Siamo sempre i soliti 5/6 in gruppo, tengo d’occhio Toni Lund, un riferimento in Finlandia per queste gare e lo vedo rilassato, come lo sono io del resto! Ci riavviamo subito, giusto il tempo di sgranocchiare un pochino di cibo, e arriviamo compatti al cp di metà gara, KUUSILAMPI: qui si decideranno le sorti! Io mi fermo, sono fradicio di sudore, ho sete e non ho più the caldo. Entro nella accogliente casetta e davanti ad un bel fuoco scoppiettante mi asciugo un po’ e faccio bollire un po’ d’acqua. Dalla finestrella vedo che Toni, René e il ragazzo spagnolo partono subito. Io ci metteró ancora un po’ , 20/30′ in totale, ad uscire da quel luogo magico, per rimettermi in gara subito dopo Daniele, in quinta posizione. A non essere in gara questo sarebbe un bel posto per bivaccare una notte!

Sta già arrivando il buio, quindi preparo, come tutti, le luci e mi avvio. Nel briefing ci avevano accennato che questo tratto, a causa del vento, era sempre soffice e impossibile da pedalare e, in effetti, abbiamo spinto per 5km le nostre bici…. Ormai al buio si puó ricominciare a pedalare! Davanti a me solo le tracce dei quattro concorrenti che mi precedono, riesco a riconoscerne le impronte! I big fat larry di Toni, gli Husker Dü di Renè, gli Endomorph dello spagnolo e i Lou di Daniele… Noto che le tracce di Daniele sono irregolari e che spesso si fermano e ci si affiancano orme di piedi: ne deduco che è in un momento di difficoltà… Il suo procedere un po’ ondeggiante mi mette in difficoltà diverse volte: siamo al limite del pedalabile e basta una traccia meno rettilinea a farmi sbandare e a perdere la traiettoria corretta, finendo spesso per sprofondare nella neve molle e costringendomi a mettere il piede a terra!

Riaggancio Daniele che mi conferma di essere in crisi di fame e di non trovare più l’equilibrio (le due cose sono correlate) lo sprono, gli dico di mangiare, e proseguo. A questo punto sono di nuovo quarto… Finora non mi ero interessato troppo alla gara, mi stavo divertendo d mi godevo il momento ma, una volta quarto, ho deciso di provarci! “Ok, non mi fermo più fino all’arrivo e salto i due ultimi cp”… Inizio a pedalare con più forza, stacco il ragazzo inglese che mi era alle calcagna, ma il percorso sembra non finire mai… Il penultimo cp, TOROMAKIVALO, non giunge, la distanza tra i due cp è la più lunga, circa 39km, quando mi viene fame e mangio. All’improvviso, di nuovo, preceduto dal profumo di legna che arde, trovo una tenda con un bel faló, acqua calda e una pelle di renna su una panca scavata nella neve. “Chissene del terzo posto, io mi fermo e mangio qualcosa di caldo!” mi dico. Butto mezzo bicchiere di acqua calda nella busta argentata e dopo 5′ la mia pasta al ragù è pronta! Mentre la divoro arriva l’inglese, mi sbrigo, la finisco, mi tolgo i vestiti zuppi di sudore e indosso la cannotta merino pesante e il giacchino in goretex. Ci sono -3 gradi, ma so che la parte finale, sul fiume, sarà col vento in faccia…

Quando riparto vedo arrivare Daniele, che nel frattempo si è ripreso alla grande, e mi avvio da solo nel buio più totale. La strada, con continui su e giù, non è più larga di 3 o 4 metri, ma deve essere splendida, peccato per il buio che non mi lascia ammirare bene cosa mi stia circondando!
Forzo un po’ il ritmo, perchè ok che non cerco il risultato ad ogni costo, ma ormai mancano 35km al traguardo!!!
Sbuco in un lago gelato e da lontano scorgo una lucina rossa… Ora sì che mi si chiude la vena agonistica! Forzo ancora il ritmo, non ho più gambe, ci metto la testa e inseguo quel puntino rosso che si fa sempre più vicino. Sono ormai sulla sponda opposta quando la raggiungo: mi fermo: “tutto ok?” “Merda, sì, ok ma sono stanco, non ce la faccio più”… Scorgo nelle sue parole la delusione di stare per perdere il terzo posto a soli 20km dal traguardo, allora gli stringo la mano e gli dico: “siamo tutti stanchi ora, ma manca poco, non mollare adesso!”. Mi volto e una lucina bianca si materializza ad un paio di centinaia di metri da me.
Parto a velocità fotonica, ora che sono terzo non mi arrendo, voglio il podio! Spingo come un pazzo, il fondo è battuto, veloce, ce la metto tutta! Spengo la frontale per non far vedere a chi mi segue che li tengo d’occhio (è un sintomi di debolezza il voltarsi continuamente) e vedo che mi sto allontanando, da solo, verso l’ultimo cp, POROHOVI II.
Il trail si immette sul fiume, lo stesso del mattino, ricordo dov’era il cp, ma non arriva mai… Il vento in faccia mi raffredda, sembra che ci siamo meno dei -3 gradi indicati dal mio Garmin, e il fondo è penoso! Dopo tutto il giorno di safari con le motoslitte il fiume è letteralmente cosparso di onde ghiacciate e fatico molto a tenere un buon passo. La lucina bianca che mi segue sembra essere sempre più vicina, non mollo e, finalmente, scorgo il cp. Mi ci fermo 30 secondi, tiro fuori la tazzona in titanio, la riempio e la bevo, tutta d’un fiato! Per gortuna l’acqua è tiepida se no una congestione era assicurata!
Chiedo quanti km manchino al traguardo, 11, e riparto. Tengo d’occhio il bivio del cp e quando il mio inseguitore ne esce ho percorso esattamente un km. Sono stanco, potrebbe prendermi, ma non voglio! Ancora pedalo con la testa, cerco sul fiume la traccia di Toni, la seguo… Si scorre meglio! Per 3-4 km non mi volto e quando lo faccio la lucina bianca che mi segue è scomparsa! Cos’è successo? E se fosse una tattica? Se avesse spento la luce anche lui per mon farmi vedere che mi sta venendo sotto? Mi alzo sui pedali e forzo ancora il ritmo, mancano 4 km e noto che le tracce di Toni vanno nel posto sbagliato, in un affluente del fiume principale. Controllo la traccia gps e prendo la via corretta, magari con un colpo di fortuna vinco la gara, metti che i primi due, ingarellati, non hanno voltato…
Mancano 2km, sono allo stremo delle forze davanti a me le luci di Rovaniemi illuminano il cielo, vedo il ponte, ritrovo le tracce di Renè e Toni (quindi sono terzo!) mi volto un’ultima volta… Nessuno. Manca un solo km ma ho fame, non riesco più a fare un metro… Sono obbligato a fermarmi sotto il ponte a mangiare una tavoletta intera di cioccolato… È ridicolo, scorgo le luci dell’hotel ma non rieco ad arrivarci!
Il cioccolato mi da giusto giusto la forza di tagliare il traguardo, tra gli applausi, dopo 15 ore e 35 minuti dal via.
Renè, primo, e Toni, mi stanno aspettando. Strette di mano, sorrisi, complimenti reciproci… Mi fiondo al bar, una birra media me la merito come non mai!
Al mio hotel una infinita doccia bollente e, finalmente, il letto…
È stata una esperienza stupenda, indimenticabile! Mi dispiace solo di non aver trovato temperature più rigide (dopotutto era quello che cercavo nel circolo polare artico) e soprattutto l’aver avuto sempre il cielo coperto: la possibilità di vedere l’aurora boreale era la cosa che più mi aveva portato al voler partecipare a questa gara.
Dal punto di vista atletico sono super soddisfatto, in considerazione che era dal mese di novembre che non facevo un giro sopra i 100km, posso dire che, ancora una volta, la mia testolina bacata ha fatto la differenza sull’allenamento vero!

Un consiglio che mi senti di dare a chi ama pedalare una fat bike: provate (senza improvvisazioni e facendo le dovute considerazioni) a partecipare a questo evento! Le 42 ore di tempi limite la rendono (se le condizioni sono ideali cime le ho trovate io) una esperienza incredibile e sono convinto che fermarsi a bivaccare nei cp possa renderla ancor più incredibile!
accidenti che posti …
e complimenti per la “tigna”
😉
Complimenti Marco, anche per far sembrare i tuoi risultati qualcosa alla portata di tutti, anche se in fondo sappiamo che non è così 🙂
Fantastico marco!
Ti ammiro e ti stimo, più di tutto per il coraggio e la passione con cui fai certe cose!
Molto bello anche il racconto della gara, l’ho trovato a dir poco avvincente. Mi ha fatto perfino emozionare.
Un giorno partirò anch’io!
Una esperienza fantastica che fai gustare anche a noi grazie al tuo bellissimo modo di raccontare.Complimenti!!
Grazie Christian!
Complimenti bellissima esperienza. Io vorrei organizzare una cosa simile in Sila ( calabria) abbiamo delle montagne morbide(altopiano) e molto innevate durante l’inverno. Io ho avuto dall’ente di promozione Csen – Coni l’incarico a gennaio per promuovere la fat bike. Molte sono le iniziative che gia fatto “chiaramente non di questo tipo” . Come la vedi quest’idea …potrebbe interessare una collaborazione nel farla ?
Sarebbe bello bello Giuseppe!
Non so come sarebbe fattibile vista la distanza ma sarebbe interessante!
Marco io sono partito la gara la chiamo Sila3Vette sto già tracciando il percorso..la cosa mi ha preso