VI PRESENTO IL GREAT DIVIDE!

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Bene, eccoci qua!

Manca un mese esatto al giorno della mia partenza. Mi sono preparato a lungo, ho cercato di rendere interessante il mio sito pubblicando racconti di alcuni dei miei allenamenti più interessanti, ho scritto alcuni post tecnici “nella mia officina”. Ho visto con piacere che il sito è seguito da molte persone in giro per tutto il mondo!
Ora è però giunto il momento di descrivervi il mio folle progetto che prenderà il via tra un mese esatto quando, domenica 9 giugno, mi imbarcherò su un aereo delle British Airways con destinazione Calgary, Alberta, in Canada.
il mio viaggio proseguirà fino alla cittadina di Banff dove, nei giorni a seguire, preparerò meticolosamente il mio equipaggiamento (come al mio solito), mi riposerò e cercherò di raggiungere quello stato mentale di concentrazione che mi servirà per affrontare quella che credo che sarà la sfida più grande della mia vita (o magari la prima (o l’ennesima?) di una lunga serie…).

Venerdì 14 Giugno partirò, con altri (circa) 120 pazzi furiosi come me, alla conquista della ” CONTINENTAL DIVIDE”, il percorso di mtb più lungo del mondo, in direzione sud, pedalando giorni interi in ogni condizioni climatica, in totale autonomia, attraversando tutti gli U.S.A. per poi concludere (si spera!) la folle cavalcata al confine con il Messico, dopo aver percorso 4450km e un dislivello positivo di 61’000 metri, pari alla scalata del monte Everest per ben 7 volte consecutive con partenza dal mare!!! Nmeri da capogiro, soprattutto considerando il tempo limite per rientrare nei “finishers” fissato in una volta e mezzo il tempo record che è, per la cronaca, stabilito da Jay Petervary in 15 giorni e 12 ore, e quindi fissato in 23 giorni. Il cronometro partirà il 14 giugno, e si fermerrà solo quando ogni singolo biker solcherà il confine con il Messico dalla postazione di frontiera di Antelope Wells, nel punto più a sud del New Mexico.

Tour-Divide-Map

Ci sono alcune regole che dovrò rispettare per rientrare nella “classifica” finale:

-il biker può progredire con le sue sole forze, pedalando la sua bicicletta senza ausili extra (motori elettrici, vele o quant’altro), o, in caso di problemi meccanici, a piedi.
-il biker non può essere trasportato su mezzi a motore. In caso di guasto grave potrà cercare (autonomamente) un passaggio o un modo alternativo per raggiungere la prima città dove potrà accedere ad un servizio pubblico (negozio, officina…) per risolvere il guasto e, se vorrà proseguire rimanendo in classifica, dovrà ripartire dal punto esatto in cui è stato prelevato dal mezzo di soccorso.
-il biker può accedere ad ogni tipo di servizio pubblico che troverà sulla via, hotel, negozi, gas stations, bar ecc., ma NON potrà accedere ad assistenza privata (amici o parenti) per permettere ad ogni concorrente di gareggiare ad”armi pari”
-il biker dovrà seguire la traccia ufficiale, seguendo integralmente e fedelmente il percorso, effettuando le varianti consentite o obbligatorie per la gara.
-in caso di gruppo di biker si può pedalare insieme ma senza stare in scia degli altri biker. Si potrà procedere allineati ma non in fila uno dietro l’altro.

queste semplici regole sono da rispettare ma sta nella buona fede dei singoli partecipanti il rispettarle, in quanto non esiste un controllo ufficiale sul percorso. Al solito (siamo italiani del resto) la prima cosa che mi viene chiesta è: “eh si ma allora se nessuno controlla posso salire su un treno e farmi la strada che voglio”. No ragazzi. Non è così! L’agonismo e la “furbizia” italica, che ci rendono così famosi nel mondo, all’estero non si trova. Bisogna considerare che in una gara di ultracycling ogni singolo concorrente è impegnato in una sfida con se stesso. Truffare per vincere vuol dire truffare se stessi, nessuna gloria personale nel farlo! Questo è il pensiero che ho imparato a conoscere negli anni, e in cui mi ci ritrovo abbastanza bene… Io sono li per vedere se posso oltrepassare i miei limiti, se posso provare a fare cose che non so se siano realmente possibili… che vantaggio trarrei dall’utilizzo di escamotages per arrivare davanti ad un altro? Con che faccia poi mi guarderei allo specchio la mattina? Io potrei anche imbrogliare qualcuno per batterlo, ma se la sfida è con me stesso saprò sempre che ho imbrogliato!
la classifica? beh, sinceramente mi importa poco, se il mio avversario sono io e riuscirò ad arrivare in fondo, avrò vinto di sicuro!

Il target che mi sono posto, per questa sfida colossale, è di concludere la mia cavalcata in 19 giorni (o meno!) cercando di pedalare per ALMENO 18 ore ogni giorno… Sarà una sfida immensa, sia a livello psicologico che a livello fisico, in quanto non so come possa reagire ad uno sforzo tanto immenso e tanto prolungato. Ma il fascino di queste cose è proprio questo! Non sapere realmente a cosa si stia andando incontro.

Nei prossimi giorni cercherò di spiegare, “tappa per tappa” il percorso che dovrò affrontare. Metto tra virgolette la parola “tappa” perchè non ho definito delle tappe… Pedalerò a oltranza, fermandomi quando sarà il momento di farlo, ma va considerata sempre l’incognita del meteo, delle condizioni del tracciato, dalla neve sui passi più alti (si toccano i 3’600m di quota) e delle condizioni fisiche che, via via, giorno dopo giorno, degraderanno in maniera evidente!

Nel prossimo post, quindi, troverete una descrizione sommaria di quello che mi troverò davanti quando inizierò ad allontanarmi da Banff in direzione Roosville, al confine con gli Stati Uniti d’America.

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