MILANO-CREMONA (singlecross)

La mia bici da Cx (montata singlespeed) giaceva appesa ad un gancio in officina dal 6 gennaio, quando partecipai a Rockville. nemmeno troppo pulita a dire il vero, un pò trascurata!
Su Fb ricevo un invito a partecipare alla Mi-Cr in singlespeed, gara a squadre di “crossfondo” organizzata dai soliti amici del movimento singlespeed… La formula a squadre sembra prometter bene.

Via, ci sono anche io! Mi chiama Perse e dice: team io, te e Marcello, ci stai? Non mi sento pronto per stare con sti due motori, ma accetto, convinto che andrò a farmi tirare il collo… Alla fine a forza di far lunghi mi sono un pò abituato alle lunghe uscite senza troppo ritmo. sarà un’occasione per “svegliare” un pò i miei muscoletti!
Ovviamente, essendo in squadra con quel pazzo di Marcello, sarà previsto un abbigliamento poco ciclistico: saremo la banda bassotti!

Parto da Aosta alle 5 del mattino, sotto la pioggia, col mio Vw e arrivo a Milano, sempre sotto la pioggia, giusto in tempo per il ritrovo. Facce sorridenti e preoccupate allo stesso tempo, ritrovo vecchi e nuovi amici, ci facciamo tante risate. Una volta indossati i costumi da banda bassotti ci accingiamo, tra le risate di tutti, a prendere il via alla corsa.

Condizioni proibitive ci accompagneranno per gli oltre 100km tra campi e argini; un freddo vento ci fa subito capire che sarà molto dura oggi. Tempo 5km e siamo già fradici di acqua. I miei compagni di squadra partono a tutta. Mi dico “se vanno avanti così oggi schiatto” ma so, per esperienza, che sarà la distanza a decidere le cose! Mi adeguo (a tratti con fatica) al ritmo forsennato e pedaliamo in gruppo in una divertentissima e bagnata pianura. Pozze d’acqua gelida che ti inondano ad ogni passaggio, tratti con fango che ti frenano e ti rendono durissimo il procedere, tratti (pochi e brevi) di asfalto che ti fanno scivolare via liscio e leggero… inizio ad essere “caldo” e a “carburare” dopo circa 40km, quando ormai siamo in zona ristoro. Vedo le facce dei miei compagni infangati piuttosto provate, ma serene e felici! Ingurgito non so quanti panini col taleggio, Marcello si cambia, Perse si infila sotto un asciugacapelli… io non sento freddo (per ora) e fremo per ripartire…

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Il via dopo uno stop è sempre una tortura! Per i primi 5km abbondanti tremo, ho i brividi, sento le calze e i guanti colmi di acqua… mi metto davanti e accelero un pò, così mi scaldo. dopo un pò la mia squadra è finalmente sola, in testa alla corsa. continuiamo a spingere per km e km, sempre tra pozze, vento e pioggia. fa veramente freddo (4° scarsi mi diranno) e il tratto finale con freddo contrario diventa una tortura. Ma io mi sento inaspettatamente bene, nonostante le gambe dure come il marmo a causa dell’acqua e del vento che le ghiaccia letteralmente, sto davanti e faccio da locomotore per i miei compagni, offrendo loro un pò di riparo dal vento  (mi dicono sempre che dietro di me si sta bene, col mio metro e 90 taglio bene l’aria!)

Arriviamo così a Cremona, 5 ore dopo la nostra partenza, sorridenti, ghiacciati, sporchi e contenti!
alle piscine dovremo aspettare un pò i nostri bagagli (che il buon Piergiorgio ci recapiterà) e nonostante faccia un bel calduccio, una volta fermati i nostri corpi non smettono di tremare: un tremolio compulsivo, incontrollabile, a tratti mi fa saltellare sulla panca su cui sono seduto… ci vorrà una mezz’oretta (e una eterna doccia calda) a ripristinare il controllo del mio corpo!

Andiamo al bar per il party finale, vedo tutti piuttosto malconci, ma non vedo un muso lungo. sono tutti soddisfatti di aver compiuto un’impresa così tosta… Rimarrà nei nostri cuori e nelle nostre menti per lungo, lungo tempo!
arrivano gli ultimi, stremati dal freddo e dalla fatica, tutti tremano come foglie al vento, ma non smettono di ridere soddisfatti!

oggi siamo tutti vincitori. oggi ha vinto lo sport, l’amicizia, la voglia di stare insieme. oggi è stata l’ennesima dimostrazione che la sofferenza lega le persone, le rende tutte uguali! Se ripenserò al viso di Perse o di Marcello, nei prossimi anni, non potrò ricordare la loro espressione lungo in canali d’acqua, tra gli spruzzi provenienti dalle ruote delle loro bici, coperti di fango ma con un sorriso che cela una soddisfazione che chi non ha provato non può capire…

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lo chiamerebbero ciclismo epico. io la chiamo passione!

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